Una storia di vita: la storia di una persona con disorientamento topografico
Due amiche s’incontrano, una è non vedente mentre l’altra non ha nessun deficit visivo.
La prima racconta all’altra delle sue difficoltà ad orientarsi e di come stia trovando una soluzione nel corso di orientamento e mobilità.
La seconda rimane perplessa, perché? Non perché non creda nell’efficacia del corso fatto dall’amica, ma perché mentre l’amica le racconta delle sue difficoltà ad orientarsi non può fare a meno di immedesimarsi…
“Ma come? Io sono vedente eppure ho tante difficoltà di orientamento proprio come te, lavoro da casa per il timore di perdermi nel raggiungere il posto di lavoro, perché mi è successo in passato molte volte, ed ora sono stanca.”
La seconda decide di confidare queste sue difficoltà all’amica non vedente che, meravigliata, la spinge a chiedere un colloquio con la sua istruttrice!
Un incontro che può cambiare le proprie sorti
Ed ecco che conosco A.
Subito mi riporta le sue vicissitudini, legate allo scarso senso di orientamento, che colorano la sua vita da che ne ha memoria.
Rimango perplessa nell’ascoltarla raccontare la sua vita corredata da questa mancanza di senso d’orientamento. Quando ha provato a spiegare le sue difficoltà le persone che aveva attorno non le hanno creduto.
Perché è una persona estremamente intelligente e può sembrare impossibile, a chi non conosce i meccanismi che stanno dietro al senso d’orientamento, che una persona così competente nella vita come nel lavoro, possa presentare questo disturbo. Si tratta probabilmente di disorientamento topografico.
Anche in lei percepisco un po’ di reticenza perché sa di rivolgersi ad un tecnico di orientamento e mobilità che, come tale ha allievi non vedenti o ipovedenti e non persone come lei che hanno un’ottima vista.
Ascoltandola non posso fare a meno di pensare che se avesse incrociato le persone giuste probabilmente avrebbe potuto avere una qualità di vita migliore.
Ora però è qui davanti a me ed io penso di poterla aiutare, lo credo veramente! Non con le tecniche di orientamento tipiche del percorso che propone un istruttore, ma attraverso la mia esperienza come operatore Metodo Terzi!
Quello che le serve è imparare a costruire le immagini mentali, imparare ad organizzare lo spazio a livello mentale in modo da riuscire a costruirsi la mappa!
Fiducia
A. decide di affidarsi, forse perché con nessuno era riuscita a spiegarsi e a sentirsi compresa come in quel colloquio, o forse perché ha pensato che probabilmente non aveva niente da perdere.
Iniziamo i nostri incontri a cadenza settimanale di puro Metodo Terzi, dopo aver fatto la prima valutazione. Gli esercizi l’aiutano a rimettersi in contatto con il suo spazio primario: lo spazio-corpo.
Gli incontri (in tutto 20) si susseguono regolarmente, durano un’ora ciascuno e sono suddivisi in esercizi per lo schema corporeo ed esercizi relativi allo spazio metrico.
Dopo pochi incontri A. è in grado di eseguire i primi con sempre minori difficoltà ed indecisioni.
La scoperta
Scopre all’improvviso che può liberarsi dal cercare di memorizzare verbalmente azioni e parole, ma che può utilizzare un tipo di pensiero differente, il pensiero spaziale! Quando scopre questo la vedo sbocciare finalmente si può scrollare un peso di dosso che si portava da molto tempo, forse da sempre.
Non deve concentrarsi sull’aspetto mnemonico ma può contare sulla sua percezione corporea…che è addirittura più affidabile!!!
Lo stress diminuisce a mano a mano. Gli esercizi sullo spazio metrico, anche se più complessi e vissuti in alcuni momenti come insormontabili, a poco a poco mutano il suo modo di approcciarsi all’orientamento.
Comincia a riportarmi i primi successi: non sbaglio più strada uscendo dal dentista!!! Quando sono andata a fare la spesa, uscita dal centro commerciale, mi sono direzionata immediatamente dalla parte giusta per andare alla macchina. Semplici situazioni che però erano diventate per lei davvero complicate e spesso le avevano creato frustrazioni.
Il miglioramento ora diviene rapido e così, terminate le 20 lezioni, A. si sente di potercela fare! Forse potrà ricominciare a guidare senza il timore di perdersi, perché il navigatore adesso è lei stessa!
Diventa anche tu il navigatore della tua vita! Basta con il disorientamento topografico!
Se anche tu hai difficoltà simili puoi ottenere risultati, miglioramenti, puoi riappropriarti della tua autonomia!
Che tu sia vedente o meno i processi che sottostanno all’orientamento non sono visivi ma risiedo nella capacità di elaborazione delle “immagini” mentali!
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