Ciao! Oggi vorrei parlarti del Metodo Terzi, dell’importanza che può avere per il non vedente e quindi del suo legame con il corso di Orientamento e Mobilità.
Di cosa si tratta?
Quale utilità per una persona non vedente o ipovedente?
Che cos’è?
Il Metodo Terzi è un metodo cognitivo motorio
Questo significa che il Metodo Terzi utilizza il movimento del corpo per generare apprendimenti cognitivi.
Che tipo di apprendimenti cognitivi? In realtà il possedere un corpo e percepirne movimenti e posture è il primo apprendimento che ci consente poi di rapportare ad esso tutto il mondo. Il corpo è il nostro primo spazio! La nostra prima unità di misura.
Il corpo è il nostro metro, la misura di ogni concetto che l’uomo è andato via via creando. Se non ci fosse un corpo che si muove in uno spazio non ci sarebbe uno spazio. Attraverso il corpo noi costruiamo la realtà. Questo è quello che sosteneva Ida Terzi già 50 anni fa e che oggi ci rendiamo conto essere fortemente attuale.
Oggi ci si accorge sempre più e con urgenza dell’importanza della dimensione corporea proprio perché è stata per anni sottovalutata e non a caso ci troviamo davanti ad un fenomeno di crescente disagio in ambito scolastico.
I bambini non sono più abituati a muoversi e giocare muovendosi e quindi apprendere attraverso l’esperienza, di conseguenza trovano maggiori difficoltà nella comprensione dei concetti scolastici perché svincolati dall’esperienza stessa.
Ma qual è la proposta del Metodo Terzi in particolare nell’approccio alla disabilità visiva?
Chi non vede può a volte incontrare maggiori difficoltà nella comprensione degli spazi perché, non potendo utilizzare il canale visivo, ha bisogno di fare esperienze tattili. Queste esperienze inoltre devo essere organizzate in un sistema che non sia lineare (come peraltro è il tatto), in sequenza temporale, ma in un sistema di rapporti reciproci di distanze e posizioni. Questa organizzazione è complessa e non per tutti automatica.
Pertanto ci si può imbattere in difficoltà di collocazione degli elementi/oggetti di una stanza. Se ci sono queste difficoltà diventa impossibile organizzare un ampio spazio e più complesso che si incontra e si costruisce camminando al di fuori di tale stanza.
L’origine di tale problematica è rintracciabile in una mancata o deficitaria organizzazione. Il corpo è il primo spazio la cui comprensione piena mette le basi per la comprensione del mondo.
Pertanto attraverso il Metodo Terzi si può lavorare proprio per recuperare questa percezione attraverso esercizi motori elementari. Esercizi che aumentano la consapevolezza della topologia corporea, della precisione, la memoria di lavoro. Per poi passare al corpo che si muove nello spazio-stanza per comprendere l’ambiente ridotto che riproduce in realtà le medesime regole di spazi più ampi.
Che tipo di esercizi?
Gli esercizi sono scanditi dall’utilizzo di una mascherina che, anche se può sembrare assurdo utilizzarla con chi non ci vede, aiuta a definire con precisione il tempo di concentrazione richiesto (pochi minuti per volta).
Inoltre durante le “lezioni” con il Metodo Terzi il linguaggio verbale è e deve essere utilizzato molto poco e con estrema precisione per non creare confusione.
La persona non vedente impara presto, forse troppo presto, ad utilizzare il linguaggio verbale come principale, se non unico, tramite comunicativo.
Pertanto il linguaggio corporeo viene messo in secondo piano, ma ciò comporta, oltre ad una scarsa capacità espressiva, anche a un ridotto sviluppo dei movimenti. Questa “mancanza” genera una più difficile comprensione dello spazio-corpo. E’ difficile comprendere il proprio movimento se nel frattempo lo offuschiamo con le parole.
Privazione sensoriale per potenziamento sensoriale
E’ esperienza comune trovarsi a fare cose e lunghi spostamenti senza quasi rendersene conto se si è intenti a chiaccherare o anche solo a pensare (pensiero verbale).
Questa è la condizione che si rischia di creare costantemente per chi non vede, proprio perché abituato a utilizzare le parole.
Il verbale (che sia pensiero o linguaggio) però non è preciso quanto il pensiero spaziale.
Pensiero verbale e pensiero spaziale
Ad esempio se io penso alla mia spalla destra oppure parlo della spalla destra, mi riferisco ad una parte del corpo ampia. Se invece tocco un punto preciso della spalla destra con un dito, quel punto lì non è definibile verbalmente.
Diventa invece un punto ben preciso che posso definire solo spazialmente attraverso la percezione che ho della pressione che subisce la mia pelle esattamente lì dove l’ho toccata.
Qualunque non vedente sa quanto è importante la precisione dello spostamento, del cambio di direzione, per non rischiare di continuare a sbattere o addirittura sbagliare strada.
Il “senso propriocettivo”
E poi tutto questo va integrato con le varie percezioni, acustiche, tattili, olfattive che se non organizzate correttamente non fanno altro che aggiungere confusione.
Per questo si cerca di ridurre l’utilizzo degli altri sensi! L’udito e l’olfatto nella stanza di lavoro con il Terzi devono essere stimolati al minimo.
In questo modo si potrà canalizzare la propria attenzione alla percezione corporea, a quello che potremmo definire il SENSO PROPRIOCETTIVO: ovvero la percezione dei muscoli, delle articolazioni in movimento.
Ecco perché nel miei corsi di Orientamento e Mobilità mi capita di impostare percorsi dedicati con il Metodo Terzi oppure di integrare le lezioni aggiungendo esercizi tratti proprio dal Metodo Terzi, per offrire un intervento più completo e che arrivi al nocciolo delle problematiche. Vai a leggere la pagina dei miei servizi relativa a ciò di cui ti ho appena parlato.
Inserisco il link ad un’esperienza formativa effettuata proprio al fine di fornire strumenti utili a chi si occupa a vario titolo di persone con deficit visivo.
Segue un video di circa 10 minuti in cui vengono spiegate le applicazioni didattiche del Metodo Terzi.